Dei cessori di formaldeide abbiamo già parlato sia a proposito di ingredienti da evitare nei cosmetici che di stiratura alla cheratina, ma credo che a volte alcune informazioni meritino di essere messe in evidenza.
L’ispirazione mi è venuta leggendo una discussione apparsa mesi fa sul forum EcoBioControl a proposito di disinformazione, in cui si affrontava anche il tema dei social legati alle famose App per la lettura dell’INCI, che vi ho suggerito di non utilizzare perchè non aggiornate.
Da lì è nato questo articolo che vuole essere di approfondimento sul tema, quindi vediamo tecnicamente di cosa stiamo parlando.
Dal sito Sanità Regione Lombardia
La Formaldeide (Formaldehyde or formalin; formic aldehyde; oxymethylene), detta anche aldeide formica, è la più semplice delle aldeidi, la cui formula chimica è CH2O. A temperatura e pressione atmosferica è un gas incolore, di forte odore irritante, condensabile in un liquido mobile che per raffreddamento diviene un solido di colore bianco. La formaldeide oltre che in alcoli è solubile in acqua, tale soluzione al 37% è commercialmente nota anche con il nome di formalina o formolo, dalle note proprietà disinfettanti e conservanti. In soluzione acquosa la formaldeide è in equilibrio con la sua forma idrata, il glicole metilenico o metandiolo, tale equilibrio a temperatura ambiente è quasi completamente spostato a destra (K > 1000); pertanto una “soluzione acquosa di formaldeide” è di fatto una soluzione acquosa di glicole metilenico.
La formaldeide è presente come prodotto naturale in numerosi sistemi viventi e nell’ambiente. Si rinviene naturalmente nei cibi, nella frutta e come metabolita endogeno nei mammiferi, prodotto dal metabolismo ossidativo. In aggiunta a queste fonti naturali essa deriva da processi di combustione, per esempio con l’emissione veicolare, impianti di produzione di energia da combustione e/o termovalorizzazione, fiamme libere e fumo di tabacco ecc.
Molecole di formaldeide possono essere liberate durante la cottura dei cibi o durante l’uso di disinfettanti. Fonte indiretta di esposizione alla formaldeide è inoltre l’ossidazione fotochimica di idrocarburi come il metano o altri precursori emessi dai processi di combustione. La formaldeide ha una breve emivita nell’ambiente in quanto rimossa dai processi fotochimici, dalle precipitazioni e dalla biodegradazione.
L’esposizione a formaldeide aerodispersa può generare effetti: irritativi, sensibilizzazione allergica ed effetti cancerogeni. Gli effetti irritativi si manifestano a carico degli occhi, delle mucose respiratorie e della cute. La gravità delle manifestazioni dipende principalmente da tre fattori: il livello di concentrazione aerodispersa, il tempo di esposizione, la suscettibilità individuale.
Per quanto concerne gli effetti cancerogeni la IARC (International Agency for Research on Cancer) conclude per sufficienti prove di associazione tra esposizione a formaldeide e tumore del nasofaringe, tuttavia, le differenti istituzioni internazionali adottano una non uniforme classificazione di cancerogenicità di tale sostanza:
Con Regolamento UE N. 895/2014, di modifica dell’allegato XIV del Regolamento CE N. 1907/2006 REACH (registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche) è stato precisato che la formaldeide risponde ai criteri di classificazione come sostanza cancerogena – categoria 1B.
La nuova classificazione completa è quindi la seguente
Carc. 1B – H350: può provocare il cancro,
Mut. 2 – H341: sospettato di provocare alterazioni genetiche,
AcuteTox. 3 – H301: tossico se ingerito,
AcuteTox. 3 – H311: tossico a contatto della pelle,
AcuteTox. 3 – H331: tossico se inalato,
SkinCorr. 1B – H314: provoca gravi ustioni cutanee e gravi lesioni oculari.
In breve, si tratta di una sostanza classificata CMR, cioè Cancerogena Mutagena e pericolosa per la Riproduzione.
Non a caso sul Magazine di Zago a proposito di bufale in internet e Formaldeide è riportato quanto segue:
“si legge che è cancerogena. È assolutamente vero! Se trovate un prodotto in cui viene dichiarata NON dovete utilizzarlo. Dovete anche stare attenti non solo alla formaldeide (Formaldehyde in linguaggio INCI) ma anche ad una serie di sostanze che hanno un nome diverso ma che possono liberare questa pericolosa sostanza. Ecco la lista dei “cessori” di formaldeide: Sodium hydroxymethyl glycinate, Benzylhemiformal, Imidazolidinyl urea, diazolidinyl urea, 2-Bromo-2-nitropropane-1,3-diol, 5-Bromo-5-nitro-1,3-dioxane”.
La Normativa cosmetica in merito
La formaldeide può essere contenuta in una vasta gamma di prodotti cosmetici, sebbene a concentrazioni molto basse, previste per legge.
Il Regolamento UE sui cosmetici di cui abbiamo già parlato, infatti, non ne proibisce l’uso, ma definisce la percentuale massima utilizzabile.
Nell’Allegato III (Elenco delle sostanze il cui uso è vietato nei cosmetici, salvo entro determinati limiti) – Punto 13 “Formaldeide / Formaldehyde” si definisce l’uso della formaldeide nei prodotti per indurire le unghie in questo modo: Concentrazione massima nei preparati pronti per l’uso consentita 5% in formaldeide, per scopi diversi dall’inibizione dello sviluppo di microrganismi nel prodotto. Questo scopo deve essere apparente dalla presentazione del prodotto, avvertenze proteggere la pipite con una sostanza grassa Contiene formaldeide.
E’ peraltro prevista la modifica del citato allegato, con eliminazione della formaldeide (Cfr. Il Salvagente settembre 2017).
Nell’Allegato V (Elenco dei conservanti autorizzati nei cosmetici) si disciplina invece l’uso della formaldeide e dei suo cessori come conservante.
L’indicazione di carattere generale è la seguente: Tutti i prodotti finiti contenenti formaldeide o le sostanze che figurano nell’allegato V e che liberano formaldeide (i famosi Cessori), devono obbligatoriamente indicare sull’etichetta la dicitura: «contiene formaldeide», qualora la concentrazione di formaldeide nel prodotto finito superi lo 0,05%;
Mentre al Punto 5 dell’Allegato V “Formaldeide e paraformaldeide (Formaldehyde e Paraformaldehyde) si disciplina l’uso della formaldeide nel seguente modo:
E veniamo ai famosi Cessori di formaldeide, ossia alle sostanze che hanno nomi e struttura chimica diversissima dalla formaldeide vera e propria, ma che sono in grado, decomponendosi, di liberarne delle piccole quantità:
2-Bromo-2-Nitropoane-1,3-Diol (Bronopol), Diazolidinyl urea, Imidazolidinyl urea, DMDM Hydantoin, Quaternium-15 (Benzylhemiformal), Quaternium 15 (1-(3-Chloroally)-3,5,7-triaza-1-azoniaadamantane chloride, Chloroallyl methenamine chloride, Azoniaadamantane chloride, Methenamine-3-chloroallylochloride, cis-1-(3-chloroally) 3,5,7-triaza-1-azoniaadamantane chloride, N-(3-Chloroallyl) hexaminium chloride, Dowicil 75, 100, 200, Preventol D 1.
Prodotti come fondotinta, shampoo e smalti contengono formaldeide o cessori sia come conservante che come battericida e nel caso dello smalto per facilitare l’adesione alle unghie, come indurente, per migliorare la luminosità, la rigidità e l’applicazione. Il Quaternium 15 si trova anche in shampoo, balsami, saponi liquidi, prodotti per la rasatura, creme idratanti, protezioni solari, detergenti, disinfettanti, saponi da bucato e prodotti per bambini, nonché in molti cosmetici per il make-up degli occhi, nei fondotinta, nelle lozioni idratanti e nelle creme solari.
Si tratta di sostanze altamente allergizzanti, utilizzate per il loro basso prezzo in molti cosmetici di minor qualità come conservanti e nel caso del Quaternium 15 come tensioattivo e/o come conservante ad ampio spettro, che si decompongono rilasciando formaldeide.
L’uso della formaldeide e dei suoi cessori è inoltre diventato famoso nei prodotti per la stiratura dei capelli (la cosiddetta stiratura brasiliana di cui abbiamo già parlato qui), che sono stati al centro di numerose polemiche, in quanto per ottenere una migliore stiratura molti produttori avevano aumentato, rispetto al limite massimo consentito, la concentrazione di formaldeide all’interno del prodotto. Tanto, che nel 2010 l’Unipro (Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche), aveva pubblicato un rapporto dal titolo “Prodotti per la stiratura dei capelli provenienti da paesi extra europei”, nel quale esprimeva la propria preoccupazione per la diffusione nel mercato italiano degli acconciatori professionali di prodotti utilizzati per la stiratura dei capelli, contenenti formaldeide, a livelli superiori a quelli previsti dalla normativa europea ed italiana sui prodotti cosmetici.
Ciò detto, appare evidente come, stando alla normativa vigente, i cessori non sono solo ammessi, ma se contenuti in piccola parte (inferiore allo 0,05%) possono benissimo nascondersi tra l’INCI senza l’obbligo di segnalare per questo la presenza di formaldeide nel prodotto (ASSURDO).
L’uso di prodotti contenenti questo tipo di conservanti può esporre i soggetti sensibili a irritazioni di cute, occhi e vie respiratorie o causare eczemi, prurito e dermatiti da contatto.
Ma soprattutto come detto si tratta di sostanze cancerogene.
Nel famoso post sul forum EcoBioControl, prima citato, si parlava in particolare di Imidazolidinyl urea e di Diazolidinyl urea, che si ritrovano in moltissimi prodotti da GdO.
Ora nel BioDizionario sono ovviamente DOPPIO ROSSO, ma vediamo esattamente cosa sono (info tecniche da Mypersonaltrainer, un sito veramente accurato e di informazione):
Si tratta per inciso di sostanze ritenute dall’anno scorso, cancerogene di tipo 1, e si spera che vengano proibite il prima possibile (cfr EcoBioControl).
Il fatto sconvolgente è che si possono trovare anche in prodotti per bambini.
Molto interessante è il documento pubblicato sul Magazine di EcobioControl (in inglese) del Gruppo di lavoro sui Claims, di cui abbiamo parlato a proposito del regolamento UE sui cosmetici, che potrebbe portare ad uniformare la normativa in tema di dichiarazioni/presentazioni pubblicitarie dei cosmetici, a partire dal 2019.
Particolarmente significativa è la parte relativa alle famose dichiarazioni contenute in etichetta “senza questo ….” o “non contiene X e Y”, i cosiddetti FREE FOR CLAIMS, che oggi non sono regolamentate a sufficienza ed espongono il consumatore finale a sonore fregature.
In tema di VERIDICITA’ dei claims, tema assolutamente scottante, la proposta del GdL è quella di rendere le etichette veritiere in relazione all’assenza di classi di ingredienti così come definite dal Regolamento UE, in modo tale che l’etichetta “non contiene X e Y” possa essere utilizzata solo se nessun ingrediente appartenente a quella determinata classe sia del tutto assente nel cosmetico.
In particolare, si chiede di proibire l’utilizzo dell’etichetta “Non contiene formaldeide” qualora il cosmetico dovesse contenere formaldeide od un suo cessore in qualsiasi quantità. E sarebbe anche ora.
Stando così le cose, ad oggi, vi consiglio di controllare bene bene quello che avete in bagno, perché sono quasi sicura, a meno che non usiate solo eco-bio, che qualcosa con cessori vari lo avete in casa, nel quale caso non usatelo.
E a proposito dei cessori: molti prodotti classificati come accettabili, definizione che non esiste in cosmesi e non corrisponde ad alcun dettato normativo, contengono cessori di formaldeide, personalmente li eviterei, a prescindere dalla scelta di utilizzare o meno esclusivamente prodotti bio, sulla salute non si scherza mai.
E per dirla tutta su come la penso ed è ovviamente un parere del tutto personale il mio, tra un prodotto con silicone ed uno con cessore di formaldeide sceglierei indubbiamente il primo, non ha senso sostenere il contrario soprattutto perchè non corrisponde ad alcuna logica scientifica.
Il fatto poi che queste sostanze siano contenute nei limiti di legge ha poca rilevanza, se considerate il fatto che ogni giorno la ricerca scientifica porta a nuove limitazioni a livello di normativa cosmetica, proprio come è successo l’altro giorno a proposito di ossido di zinco, gettando nelle pesti noi consumatori di fondi minerali, peraltro anche certificati.
Insomma, la conclusione è una sola STAY BIO e occhio alle news di EcoBioControl!
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