HENNÈ BIONDO: I MITI DA SFATARE

Quello che genericamente si chiama hennè è una pianta, lawsonia inermis, con delle ottime doti protettive nei confronti dei capelli e solo come conseguenza colorante.
Di colore rosso ma, al contrario delle tinte chimiche, la tonalità dipenderà sempre e comunque dal vostro colore di partenza, determinando un effetto più che naturale.
Impossibile avere un rosso-biondo se siete nere corvine di partenza, insomma: potrete arrivare però a un bel mogano.
Quando sentite parlare di hennè neutro o nero, si tratta in realtà di altre due piante diverse.
La prima è la cassia italica o cassia obovata: mantiene tutte le proprietà protettive dell’hennè, addolcisce la chioma, ma non rilascia alcun tipo di colore.
La seconda è l’indigo che, a differenza delle sue piante colleghe, scurisce i capelli donando dei riflessi viola/blu.
Le tre polveri vengono spesso usate insieme, in mix dalle quantità diverse, per ottenere particolari tonalità o mitigare la colorazione rossa del lawsonia.
L’hennè biondo o qualunque altra denominazione diano i venditori, semplicemente, non esiste.
O è un mix delle tre piante oppure è finto.
Cosa non è hennè.
Qualunque ingrediente riportato sulla confezione che non corrisponda al nome delle tre piante dovrebbe bastarvi per rinunciare.
Sono ammesse, anche se rare, altre aggiunte naturali (camomilla ad esempio), ma mai e poi mai picramato. Un imbucato fin troppo comune negli hennè che altro non è che colorante sintetico.
E allora dov’è il vantaggio di una tinta naturale?
Questo, insieme all’incompetenza di diversi erboristi che non sanno bene nemmeno loro cosa vendono (e da quanto tempo conservano la merce, altro tasto dolente), rende quasi impossibile trovare della buona henna sfusa nelle erboristerie. Nonostante tutti la vendano.
Come agisce l’hennè.
Decidere di colorare i capelli con la polvere di lawsonia è quasi una scelta per la vita. E, non so perché, non ci avverte mai nessuno. L’hennè infatti non penetra in profondità nel capello come le tinte chimiche: si ferma alla parte più esterna e lo avvolge da fuori come una pellicola protettiva.
Ma dove attacca non va più via. Il che ci porta a tre grandi verità, indispensabili da conoscere per scegliere.
1) In caso di ripensamento, non vi resterà che aspettare mesi e mesi – o tagliare i capelli – per poter far su una tinta chimica. Sfidare la potenza dell’hennè significa non solo rischiare di venir fuori con i capelli verdi – sono casi rari, ma capita – ma più comunemente buttare dei soldi. Sopra un hennè più o meno fresco, infatti, non prende nessuna colorazione.
2) Anche dopo tempo, comunque, se si è scelto lawsonia, bisogna fare i conti con il fatto che i riflessi rossi sono i più duri a sparire: tenderanno a venir fuori da qualunque altro colore voi facciate.
3) Importante, infine, sapere che, se anche si dovesse usare sempre e solo hennè (come faccio io insomma), il colore con gli anni andrà sempre di più a scurire. Mai a schiarire. Tocca rassegnarsi.
Come fare allora se si è bionde e si vuole ravvivare il colore o coprire i bianchi?
Per prima cosa affidarsi a miscele pronte e poi, èresa dimestichezza, giocare con cassia, camomilla, rabarbaro , curcuma etc.
Come iniziare?
Io vi consiglio le tinte della logona (o sante) che NON sono tinte ma miscele di hennè.
Ecco l’inci del biondo dorato:
Hibiscus Sabdariffa Flower Powder, Rheum Undulatum (Rhubarb) Root Powder, Cassia Auriculata Leaf Powder, Lawsonia Inermis (Henna) Leaf Powder*, Hydrolyzed Wheat Protein, Simmondsia Chinensis (Jojoba) Seed Oil*, Algin, Parfum (Essential Oils)
[alcune parti di testo sono state prese da beddaebio.it/capelli/henne-tra-errori-comuni-e-falsi-miti-non-solo-per-chi-vuole-capelli-rossi]

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