Intervista ad un artista: Michele Rinaldi il mago delle erbe

In quel di Senago, forse non tutti sanno che si nasconde un artista degli hennè, un vero e proprio poeta che sa disegnare sui capelli armonie incredibili, basandosi soltanto sulla sua sapienza.
Michele Rinaldi, infatti, possiede una Spa, dedicata al capello, dove non vengono usate tinte artificiali, dove non vengono usati derivati del petrolio, parabeni, cessori di formaldeide, siliconi e tutta una serie di componenti dannose per la salute e per l’ambiente.
Michele attualmente è nella top ten dei parrucchieri d’Italia, è finito su moltissime riviste di settore e ha già fatto prestigiose interviste anche televisive (ad. es. con Sky).
Michele ha peraltro concesso al gruppo Fb Passione Naturale uno sconto molto importante sui trattamenti che effettua e che vi consiglio di dedicarvi come coccola verso voi stesse e per vedere di persona le magie che Michele effettua nel suo salone.
Ecco alcune delle foto tratte dal suo book.




E veniamo quindi all’intervista vera e propria.
Ciao Michele, ti ringrazio per avermi concesso questa intervista.
Ho avuto modo di vedere i tuoi magnifici lavori e sono qui per farti qualche domanda e carpire qualche segreto.
Buongiorno Carla e davvero grazie per questa importante possibilità ne sono davvero orgoglioso.
Un grazie particolare anche chiaramente a tutte le ragazze del gruppo.
D: Per prima cosa, come mai hai scelto di utilizzare solo erbe e non usare più tinte artificiali?
R: Pratico questo lavoro con immenso amore da oltre 20 anni e da 10 ho il mio salone con l’aiuto imprescindibile di mia moglie Viviana; già all’epoca sognavo di poter far vivere alle mie ospiti un esperienza unica,di benessere,quindi la decisione di eliminare da subito l’uso della permanente e stiratura cercare di offrire il servizio meno dannoso possibile per i capelli e la salute delle mie clienti.
7 anni fa ho conosciuto le piante tintorie all’inizio credevo ai limiti elencati dalle aziende.
Poi la mia più grande FORTUNA: l’allergia alla parafenilendiammina sostanza chimica presente in tutte le colorazioni; fortuna perché essere allergici a qualcosa di nocivo non è un male.
Ho cercato di realizzare i colori, tutti, accettando dei limiti delle piante ma cercando di superarli, il tutto grazie alla fiducia delle mie clienti.
Abbiamo deciso, grazie all aiuto di tutto il mio team Viviana, Chiara, Davide, Giorgia, Floriana, Samanta, di non credere più alle regole standard ma trovare un metodo nuovo, sicuro ,che potesse permetterci di raggiungere ogni sfumatura di colore nonché chiaramente la copertura dei nostri amici capelli bianchi.
Grazie anche alle piante tintorie pure di Matteo titolare di PHITOFILOS il sogno è diventato realtà.
D: Qual è la filosofia della tua SPA per capelli?
R: LA BELLEZZA SALVERÀ IL MONDO diceva MADRE TERESA di CALCUTTA.
Io ci credo, la donna è l’emblema della BELLEZZA.
Come posso io con il mio lavoro cercare la bellezza ed il benessere se utilizzo sostanze chimiche dannose per la salute dei capelli e anche della persona?
Ho sempre come dicevo sognato di vedere i capelli SANI: non è importante per me di quale nuance di colore, ma sani!
Quindi non posso proporre alle mie clienti un trattamento per risanare i danni causati dalla tinta e decolorazione fatta da me stesso, non vi pare?
Da qui la decisione totale di eliminare ogni singolo ingrediente chimico tinta e decolorazione comprese e lavorare esclusivamente con le piante tintorie pure.
Troppe donne causa la mia stessa allergia hanno avuto dei problemi di salute, non voglio più esserne causa con l’utilizzo delle tinte anzi sogno di aiutarle tutte con la certezza che l’emozione che ci regalano le piante tintorie è davvero fantastica.
D: Come mai hai prediletto Phitofilos nel tuo salone?
R: Non riuscivo a trovare un azienda professionale dedicata a noi parrucchieri che avesse piante tintorie pure senza picramato o pigmenti.
Mia moglie studiando gli inci ha trovato PHITOFILOS, che produce non solo piante pure ma una vasta gamma di miscele.
E poi soprattutto la fiducia che Matteo e la sua famiglia con i suoi collaboratori hanno riposto in me fino a partecipare al SANA di BOLOGNA, evento fantastico ed emozioni uniche.
Nel tempo il mio amore per la colorazione vegetale mi ha permesso di scoprire piante che nessuno ancora utilizza e la sinergia unica che si crea tra di loro è straordinaria.
Così oltre al nostro metodo di colorazione ho deciso di creare una mia linea personale con l’obiettivo di migliorare sempre più anche l’amato risultato finale.
Vogliamo poter realizzare qualsiasi sfumatura è una promessa che ho fatto a VOI DONNE.
D: Ora entriamo un po’ più in dettaglio. Molto spesso in giro mi capita di leggere consigli a riguardo della preparazione dell’hennè (Solo lawsonia) che dicono che l’hennè vada fatto riposare 24 ore prima della applicazione sui capelli.
Mi puoi spiegare se questo abbia senso e in caso contrario il perchè? Che svantaggi comporta?
R: La lawsonia oggi anche per le aziende cosmetiche è l’unica pianta in grado di colorare i capelli bianchi, non è così altre piante riescono.
Dalla mia esperienza ho capito che la lawsonia avendo un suo determinato PH non deve essere preparata e lasciata “ossidare” bensì applicata subito.
Deve essere miscelata con acqua molto calda per permettere al suo pigmento di “attaccarsi” al capello: la posa prima dell’utilizzo farebbe perdere la sua forza tintoria allungando e non poco i tempi di posa.
D: Un’altra “leggenda” che gira spesso è quella relativa alla acidificazione dell’hennè, cioè all’unione della lawsonia con aceto di mele/limone o sostanze acide (unite sempre al famoso riposo suddetto).
Cosa ne pensi? Ha un senso questa pratica e se non lo ha, perchè? Che vantaggi e/o svantaggi comporta?
R: Le piante tintorie pure non necessitano obbligatoriamente di acidificazione, le erbe che regalano toni caldi per cui è appunto riconosciuto l’utilizzo di questo processo sono già a Ph acido.
Io pertanto non acidifico quasi mai, fidandomi della sola sinergia tra più piante di vari ph al fine di non alterare questa delicata unione con limone o aceto.
D: Che temperatura di acqua consigli nella prepararazione della pastella?
R: Per il raggiungimento di toni caldi molto caldi attorno ai 45/55 gradi è sufficiente…per i toni freddi più tiepida.
D: Parliamo ora del famoso doppio passaggio, molti consigliano una durata di un primo passaggio di lawsonia di ben 2 ore. Tu sei favorele o consigli tempi minori per il primo passaggio?
R: Lavorando il primo passaggio con la sola lawsonia pura credetemi che, anche se noi in negozio siamo aiutati dal vaporizzatore, a casa anche dopo 30/45 minuti i capelli bianchi sono già coperti,di un colore arancio ma coperti.
Sempre ricordando i consigli precedenti, nel caso del doppio passaggio al fine di ottenere un colore scuro con pochi riflessi rossi il primo passaggio di Lawsonia non deve essere lungo, perchè di conseguenza sarebbe ancora più lungo il secondo di indigofera.
Se il primo passaggio di sola lawsonia dura troppo, infatti, il capello bianco diventa troppo rame e considerando che comunque si ossiderà lo diventerà ancor di più.
Quindi per castanizzare con poco rame, il secondo passaggio di indigofera dovrà essere molto lungo altrimenti la lawsonia rimane come pigmento dominante.
D: A tuo parere quanto deve durare una posa di hennè (anche il secondo passaggio), per raggiungere un risultato ottimale? (alcune persone tengono in posa oltre le 6-8 ore)
R: Dipende sempre comunque da diversi fattori, percentuali dei capelli bianchi, tipologia di capelli e nuance da ottenere.
Nel caso del doppio passaggio, maggiore è il tempo di posa del secondo maggiore sarà la copertura e lo “spegnimento” del riflesso rame, ma mai così tante ore.
Per ottenere colori caldi con ottime coperture, ricordando che noi in negozio utilizziamo il vaporizzatore che voi potete sostituire con un panno caldo o una cuffia da bagno, (la pastella non deve mai seccare nel caso infatti terminerebbe il suo processo tintorio) , suggerisco pose mai superiori alle due ore.
D: Ci confermi che la lawsonia tende a stabilizzarsi per un tempo variabile tra 48 ore e 72 ore, motivo per cui, conviene aspettare qualora si voglia ripetetre l’applicazione?
R: Certo, anzi non solo la lawsonia ma qualsiasi pianta tintoria pura si stabilizza fino a 72 ore:è questa la magia della colorazione vegetale!
Il colore deve essere giudicato dopo almeno due giorni,tempo necessario per il completamento del processo di ossidazione: l’esatto contrario della tinta chimica.
D: Passiamo ora agli odiati capelli bianchi. Per quanto riguarda sempre il capello bianco, pensi sia un bene aggiungere alla lawsonia del campeggio basificato con un 5% di bicarbonato sulla miscela totale per favorire l’attecchimento della lawsonia? Se sì quanto campeggio? Sul primo o sul secondo passaggio?
R: Il campeggio è una pianta fantastica già abbastanza coprente addirittura utilizzata singolarmente, dona insieme alla lawsonia un bellissimo riflesso rame più o meno forte a seconda del colore naturale di ognuno di noi.
Consiglio il suo utilizzo proprio per eliminare l’effetto “arancio” della sola lawsonia.
Il quantitativo dipende dai capelli bianchi, maggiore è questa percentuale, minore deve essere la presenza del campeggio almeno nel primo passaggio.
Il mio consiglio è di 70/80% lawsonia 20% campeggio per un’alta percentuale di bianchi; minore saranno questi ultimi maggiore può essere la presenza del campeggio, sempre chiaramente nel gusto personale.
Il bicarbonato non deve essere pensato al fine di aiutare l’attaccamento della lawsonia bensì per raffreddare il tono del colore essendo a Ph alcalino.
D: Indigo o katam? Quale preferisci e perchè?
R: Amo entrambe!
L’indigofera ha un riflesso verde, il katam blu:ottime piante per ottenere toni scuri o al fine di eliminare l effetto caldo della lawsonia.
Unite insieme sono davvero eccezionali.
D: Ci puoi spiegare perchè basifichi indigo (e katam) e suggerirci un valore % di bicarbonato sulla miscela totale (o sul valore % di indigo/katam)?
R: Indigofera e katam hanno un ph estremamente simile, ma a differenza della lawsonia devono essere ossidate mezz’ora prima dell’applicazione.
Il bicarbonato, nel massimo di un paio di cucchiaini da caffè, aiuta a raggiungere toni molto freddi.
Consiglio di utilizzare 60/70% indigofera e 30/40% katam.
D: Per quanto riguarda la basificazione, normalmente si consiglia un 5% di bicarbonato sulla miscela totale. Ti sembra valido o puoi consigliarci un valore migliore?
R: Credo che la percentuale sia corretta per semplificare consiglio al massimo 2/ 3 cucchiai da caffè.
D: Quando usi alcanna, la usi così com’è o essendo liposolubile la usi in oleolito?
R: L’alcanna è una pianta tintoria eccezionale, ma da sola non copre il capello bianco.
Anche essendo liposolubile, io non aggiungo olio poiché quest’ultimo farebbe da barriera alla presa delle piante.
L’alcanna pertanto non la utilizzo mai singolarmente, ma sempre in unione con altre piante tintorie.
D: Ho letto che consigli di introdurre nelle miscele un 10% di altea? Puoi spiegarci perchè?
R: L’altea è una pianta che oltre ad idratare il capello favorisce in questa massima percentuale la presa della miscela sui capelli;inoltre ha il potere di lenire la cute oltre che rendere la pastella più cremosa.
D: Per finire, hai un regalo da farci, un tuo segreto che puoi raccontarci? Magari a riguardo della copertura dei capelli bianchi?
R: Le piante tintorie pure hanno il potere di colorare i capelli bianchi con un effetto che io chiamo di marmorizzazione,di venature simili, facendo un esempio molto banale, ad un parquet.
Al contrario della tinta chimica che invece paragono all’effetto vernice, amate questo effetto naturale sui bianchi, è questa lo straordinario effetto del colore delle piante.
Non chiedete loro di realizzare qualcosa di NON NATURALE:è l effetto invidiato dai parrucchieri che utilizzando la tinta devono al fine di raggiungere questo risultato effettuare i classici colpi di sole, che mai si avvicinano alla brillantezza e naturalità delle erbe tintorie e che addirittura come sapete rovinando i capelli.
Oltre a tutto quello già scritto ricordate che per un ottima copertura del capello bianco la lawsonia è molto importante, quindi deve avere sempre la percentuale maggiore.
Per accentuare i toni caldi potete aggiungere della robbia oltre al citato campeggio o addirittura per toni più dorati una piccola percentuale di curcuma:non spaventatevi dal giallo sulla cute è assolutamente normale.
Per toni più freddi invece potete aggiungere (sempre in percentuale minore e personale) dell’indigofera, del katam o del mallo di noce o addirittura tutte:le piante si possono unire tra di loro e la loro reazione sarà sempre bellissima.
Per una non alta percentuale di capelli bianchi per ottenere una sfumatura simile ad un castano medio leggermente ramato una miscela che utilizzo è: 50 %lawsonia 30% indigofera 10 % mallo di noce 10% campeggio o al posto del mallo il katam per un effetto ancora più scuro (con sempre a parte un 10% di altea da non considerare nelle percentuale di erbe tintorie).
L’ultimo consiglio ma non meno importante è quello di fare almeno la prima volta un test allergico sul braccio: è vero che sono piante naturali ma si può essere intolleranti anche ad esse!
Ricordando però una mia realtà, io sono allergico alle fragole(oltre che alla parafenilendiammina, l acqua da contatto e molte altre sostanze chimiche), ma non sono allergico a tutta la frutta.
Posso non poter utilizzare una pianta, ma al contrario delle tinte posso colorare i capelli con le altre.
Vi ringrazio per il tempo che mi avete concesso nel leggere questo mio sermone, spero di non avervi annoiato, ma semplicemente dato dei validi consigli.
Carla ti volevo ringraziare per la tua stima e fiducia: ti faccio i miei più sinceri complimenti per tutto il lavoro che svolgi in questo fantastico gruppo.
Un abbraccio sincero
Michele Rinaldi
Ti ringraziamo per averci regalato il tuo tempo. Sei una persona speciale.
Un grandissimo abbraccio e un grosso in bocca al lupo per tutte i progetti che so che hai in ballo,
Carla
In calce vi allego una perla donataci da Michele nel gruppo Fb Passione Naturale.
Ricetta anticrespo (incolore e adatta anche ai capelli chiari):
30 grammi spirulina
30 sidr
20 brahmi
20 kapoor kachli
Tenere in posa 30 minuti su capello umido pulito e poi sciacquare.
Procedere come d’abitudine.

3 Replies to “Intervista ad un artista: Michele Rinaldi il mago delle erbe”

  1. Molto interessante, ma io ormai ho perso le speranze per i miei pochi capelli rimasti, rovinate dalle tinte, rovinati dalle chemio terapie, sono chiara, ora quasi bianca, decolorata, cosa potrei fare??? Per aiutare a non distruggere ancora di più i pochi capelli rimasti? Sono fini e mossi
    RingraziandoVi anticipatamente.
    Distinti saluti Loriana Carmina.

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