Il castano e il nero con le erbe tintorie

Dopo aver parlato di hennè, delle singole erbe e del famoso doppio passaggio, è la volta di approfondire il discorso su come raggiungere tonalità castane o nere con le erbette ayurvediche.
Partiamo ovviamente dal solito presupposto fondamentale: non esiste un hennè castano o nero, esistono in commercio piuttosto miscele di hennè ed altre erbe che danno tonalità castane o nere, più o meno accentuate, che volgarmente ed in modo scorretto vengono definite hennè ma non lo sono.
Questo perché la pianta di Lawsonia Inermis una è e regala un colore rosso, più o meno caldo, mentre al contrario è possibile, abbinando alla lawsonia pura, altre erbette raggiungere tonalità diverse dal rosso.

La soluzione più semplice in assoluto, per ottenere tali tonalità è ovviamente quella di utilizzare le miscele già pronte di hennè ed altre erbe tintorie, proposte sul mercato in diverse sfumature di colore: vedi Khadì, Phitolfilos, Radico, tra le marche più conosciute.

A tal proposito, vale la pena di osservare quanto segue:

sembrerebbe che le miscele sul castano di Phitofilos virino più la freddo perché hanno un maggior quantitativo di indigo, e quelle di Khadì più al caldo perché hanno un maggior quantitativo di lawsonia, quindi sceglietele in base alle vostre esigenze,
Khadì scatola nera contiene lawsonia ed indigo ed è pertanto perfetto così com’è, Khadì scatola viola e Phitofilos nero non la contengono ed andrebbero miscelati,
di Aromazone esisteva la miscela Noir che oltre a lawsonia ed indigo contiene altre polveri per accentuare il nero e si dice essere molto potente. Ma ora è fuori produzione.

Oppure, se vi va di sperimentare, potrete lanciarvi in esperimenti abbinando alla lawsonia (non importa il tono ovviamente, tanto funge da base legante per le altre erbe) le polveri tintorie di cui parleremo dopo.
Il consiglio, in prima battuta, è di iniziare con le miscele già pronte, cosi da incorrere difficilmente nel rischio di sbagliare è solo successivamente di tentare mix fai da te.

Altro presupposto fondamentale: perché il colore prenda è necessario utilizzare Lawsonia  nel composto, senza il colore durerebbe un lavaggio o due, ammesso che prenda visto che le altre erbe tintorie non si legano alla cheratina del capello.

In buona sostanza, il suggerimento è di non lesinare sulla lawsonia (almeno un 20 – 30% se è la prima volta) per paura dei riflessi rossi, in particolare, ha poco senso utilizzare cassia o sidr, come leggo spesso in giro, al posto della lawsonia perché queste erbe non hanno alcuna capacità di legarsi alla cheratina del capello e quindi utilizzarle serve a poco.

Le erbe tintorie utili per il castano da abbinare sempre alla lawsonia, sono le seguenti: cachou, mallo di noce, campeggio (preparato solo con acqua), cacao amaro, katam, kattha, melograno, the nero, indigo. Le più particolari sono reperibili sui siti francesi.

Le erbe tintorie utili per il nero, da abbinare sempre alla lawsonia, sono le seguenti: indigo e volendo in aggiunta il guado (anche se vira di più sul blu), il katam invece non si presta al raggiungimento del nero, perché tende a virare al castano ed ai toni prugna. L’indigo è abbastanza facile da reperire, ma occhio a che sia puro, soprattutto se lo acquistate nei negozi etnici dove spesso vengono vendute confezioni contenenti PPD. Meglio scegliere marche certificate in UE: Khadì, Phitofilos, Janas, Tea Natura, Radico.

Assodato che l’uso della lawsonia è indispensabile, vediamo come procedere.

Partiamo dalla preparazione: le erbe tintorie sopra citate odiano in linea generale le sostanze a pH acido, quindi per prepararle al meglio è bene non usare the, infusi vari, karkadè, limone, perché perderebbero potere tintorio.
Anzi, in presenza di indigo e katam (o miscele che lo contengono), si consiglia di usare un pizzico di bicarbonato, e di prestare attenzione alla temperatura dell’acqua, mai bollente, ma semplicemente calda (se volete da rubinetto) e un pizzico di sale che aiuta a fissare il colore.

Altro discorso importante è quello relativo all’ossidazione: si sconsiglia di ossidare impasti che contengono indigo o katam, anche in questo caso perderebbero il loro potere tintorio in breve tempo se lasciati riposare, in parole povere devono essere applicati immediatamente e se desiderate ossidare fatelo con la sola lawsonia pura, e successivamente aggiungete indigo o katam, preparati a parte con acqua calda al momento.
Logicamente non ossidate mai le miscele già pronte sul nero o castano.

Parimenti, si sconsiglia di congelare impasti che contengono katam ed indigo, sempre per non disperdere il potere tintorio. Quindi se desiderate congelare e scongelare hennè per accentuare il tono freddo si consiglia di farlo con la sola lawsonia ed una volta scongelato l’impasto e pronto all’uso, aggiungete le altre erbe tintorie, preparate a parte al momento.
Logicamente non congelate mai le miscele già pronte sul nero o castano.

Per quanto riguarda invece il doppio passaggio, vi invito a leggere l’apposito articolo sul blog ed ovviamente a fare le prove del caso perché purtroppo ogni capello è a se.

Consiglio spassionato: se avete tanti bianchi o se lo stacco di colore tra il vostro naturale ed il castano/nero desiderato è notevole vi consiglio di farlo e soprattutto lo consiglio nel caso di capelli biondi o decolorati, applicare direttamente su di essi un impasto contente indigo o katam potrebbe dar luogo a colori indesiderati (giallo più blu = verde). Quindi assolutamente prima lawsonia e poi l’impasto contenente le erbe tintorie di cui sopra.

Il tempo di posa di questi impacchi dipende sostanzialmente dalla percentuale di bianchi presenti, più è elevata questa percentuale e più si consiglia di tenere l’impasto. Ergo minimo 2 ore, ma sarebbe meglio di più.

Nel caso doveste aggiungere bicarbonato all’impasto, ricordatevi di fare il risciacquo acido per riequilibrare il pH dei capelli.

Foto dal web

5 Replies to “Il castano e il nero con le erbe tintorie”

  1. Ciao, Grazie del consiglio in merito al bicarbonato e il sale ma rimane sempre uno scoglio grande. L’impasto così fatto non mi rimane attaccato ai capelli se è liquido cala se è un po’ solido non rimane appiccicato. ho sentito parlare della gelatina di semi di lino. Mi potresti dare dei consigli più mirati. Grazie Ciao Roberta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *