Al di là degli impacchi che possono essere effettuati per una dolce coccola alle nostre chiome, per mantenere in buona salute i capelli è opportuno attenersi a semplici consigli, che potremmo definire di buon senso.
Vediamo quali.
Usare esclusivamente prodotti naturali per la cura dei capelli, possibilmente eco-bio, e comunque privi in assoluto di derivati petroliferi.
Ricordarsi di diluire sempre la dose di shampoo che si intende utilizzare prima del lavaggio, è possibile a tal scopo avvalersi di uno spargi shampoo o semplicemente di un contenitore, meglio se in plastica, da portare in doccia. Mi raccomando di non diluire lo shampoo in dosi adeguate a più lavaggi, l’aggiunta dell’acqua infatti può compromettere la conservazione del prodotto e favorire la contaminazione.
Le percentuali della diluizione (con acqua oppure acqua ed idrolato a scelta) sono del tutto soggettive, ma in linea generale si può dire che più i capelli tendono al secco e minore deve essere il rapporto detergente/liquido.
Evitare di lavare i capelli troppo spesso, perché in tal modo si asporterebbe eccessivamente il sebo presente naturalmente sul cuoio capelluto, andando incontro a fenomeni di secchezza capillare od al contrario di eccessiva produzione di sebo, a seconda della propria tipologia di capelli (secchi o grassi).
Ovviamente il TROPPO spesso è da intendersi come parametro del tutto soggettivo: per capelli secchi, in condizioni normali (in assenza di eccessivo sudore per il caldo o di attività sportiva frequente), potrebbe infatti essere sufficiente un lavaggio a settimana, per capelli grassi uno ogni tre giorni.
Evitare in assoluto di lavare i capelli ogni giorno, sarebbe decisamente controproducente per le motivazioni sopra espresse, piuttosto in caso di necessità (ad esempio nel periodo estivo, al mare od in caso di pratica sportiva) si consiglia di utilizzare sistemi di lavaggio alternativi, che risultano essere meno stressanti (fantastico il co-wash).
Evitare in assoluto l’uso di acqua eccessivamente calda od addirittura bollente, come si potrebbe essere facilmente indotti a fare in Inverno: l’acqua ad alta temperatura è da considerarsi estremamente dannosa, sia per i capelli che per il cuoio capelluto, in quanto stimola eccessivamente le ghiandole sebacee, contribuendo all’aumento del grasso e/o alla secchezza capillare. Nello specifico, l’uso di acqua troppo calda, asportando eccessivamente il sebo, che svolge una funzione di protezione della chioma, rischierebbe di rovinare i capelli, che tenderanno ad avere un aspetto fragile, secco e svilupperanno doppie punte, oppure, nel caso di capelli grassi, porterebbe al cosiddetto effetto rebound, ergo ad una maggior produzione di sebo, con l’effetto di ottenere capelli estremamente unti che sembrano non essere lavati da settimane.
Non aggredire i capelli con pettinature stressanti, phon troppo caldo, ferro, piastra, tinture, permanenti, decolorazioni, il risultato sono le famose doppie punte, per le quali l’unico rimedio è il taglio.
Ricorrere a soluzioni alternative per la messa in piega, quali la famosa ruota svedese per il liscio, al posto della piastra, su YouTube si trovano video dettagliati in proposito, ed i bigodini flessibili al posto del ferro per ondulare i capelli, oppure ricorrere alla tecnica delle trecce prima di andare a nanna.
Non aggredire i capelli grassi con prodotti aggressivi e calore, il risultato è il cosiddetto effetto rebound, ossia un’aumentata produzione di sebo. Anche toccare e pettinare frequentemente i capelli favorisce la diffusione del sebo e peggiora il problema dei capelli grassi. Contrariamente a quanto molti pensano, invece, la secrezione sebacea non è influenzata dal lavaggio, purchè eseguito con prodotti delicati.
Usare sempre il balsamo (o maschera), indispensabile per garantire una buona pettinabilità (buona norma sarebbe far seguire al balsamo il risciacquo acido), ed un buon leave in, anche in questo caso meglio se eco-bio, per proteggere i capelli dagli agenti atmosferici che possono aggredirli (freddo, sole, vento ..).
Privilegiare leave in a base di ingredienti idratanti nel caso di capelli tendenti al secco ed in estate, limitando l’uso di oli, che possono al contrario esasperare la secchezza del capello.
Non eccedere con i famosi “100 colpi di spazzola”: le spazzolature violente o troppo intense rovinano la fibra del capello, arrivando a volte anche a spezzarlo, inoltre, sollevano le cellule della cuticola danneggiando il capello.
Una spazzolatura delicata e non troppo prolungata con una spazzola morbida, invece, può liberare i capelli da residui di polvere o cosmetici fissanti senza danneggiarli. Ovviamente, da questo consiglio sono escluse tutte le ricce e mosse, per le quali vale il consiglio di pettinare i capelli esclusivamente con balsamo in posa, districandoli prima delicatamente con le dita.
Evitare in assoluto i trattamenti chimici (tinte, decolorazioni, permanente, lisciatura … ) che causano la rottura dei legami presenti fra gli atomi di zolfo della cistina, aminoacido che costituisce la cheratina, danneggiando in modo irreparabile il capello, che diventa fragile e si può spezzare.
Non eccedere con trattamenti a base di cheratina, soprattutto evitarne l’utilizzo sotto forma di leave in quotidiano, potrebbero portare all’eccessivo indurimento dei capelli, con conseguente rottura degli stessi.
Utilizzare in modo corretto il phon, quindi a temperatura e velocità media ed ad una distanza di almeno 20 cm dalla chioma, avendo cura anche di pulire periodicamente il filtro, perché i capelli che rimangono nel filtro, ostruendo la resistenza, aumentano la temperatura emessa.
Privilegiare, laddove possibile, l’asciugatura al naturale, senza utilizzo di fonti di calore, salute permettendo ovviamente. A proposito di asciugatura al naturale, vale la pena di precisare che la cosiddetta “Hygral fatigue” (ossia il depauperamento delle proteine dei capelli dovuto alla prolungata esposizione all’acqua, che si verifica inesorabilmente in caso di asciugatura all’aria), tante volte citata in rete, secondo Zago non sarebbe supportata da alcuna evidenza scientifica: piuttosto è vero il contrario, ossia che l’uso del phon e delle temperature elevate rovina inesorabilmente il capello. Ciò ovviamente, non significa che il phon non si possa usare, ma che almeno in estate, in assenza di patologie specifiche, sarebbe consigliato evitarlo.
Utilizzare un telo in microfibra per tamponare dolcemente i capelli ed evitare che si increspino ed elettrizzino.
Utilizzare esclusivamente spazzole e pettini adeguati possibilmente in materiali naturali come il legno di faggio, o se non si è vegan ok la famosa cinghialina.
Per i boccoli, l’unica spazzola che si rivela adeguata è la classica tangle teezer disponibile in formato splash o compact (ovviamente da utilizzare rigorosamente con in posa balsamo o maschera).
Privilegiare l’uso di federe in raso (se non si è vegan ok la seta è anche meglio), per evitare l’attrito durante le ore di riposo, che tende ad accentuare il crespo nei capelli ed a facilitare la formazione di doppie punte. Da evitare in assoluto l’uso del cotone che per le sue proprietà tende ad assorbire l’umidità dai capelli ed a renderli secchi. Al contrario, dormendo su un cuscino con federa in raso o di pura seta, è possibile evitare che i capelli si elettrizzino e diventino secchi. Inoltre ,è anche un toccasana per i capelli fragili, che tendono a rompersi facilmente. Tra l’altro questo tipo di federe è un aiuto importante anche per evitare la formazione di rughe sul viso, dovute alle pieghe del cuscino ed alla posizione assunta durante la notte.
Molto utile per la salute dei capelli è la pratica di massaggiare delicatamente il cuoio capelluto ogni sera. Il massaggio effettuato con i polpastrelli e con movimenti dolci e circolari, attiva infatti la circolazione sanguinea e stimola la crescita, inoltre rilassa dalle tensioni accumulate durante il giorno. Ovviamente, non è necessario utilizzare prodotti specifici per il massaggio, qualora però si avvertisse un leggero prurito alla cute per effetto della frizione, è possibile abbinare al massaggio l’uso di olio di cocco puro non raffinato, che è antimicrobico, o di burro di karitè puro non raffinato.
Prestare sempre attenzione ad alcuni segnali, che possono interessare sia il cuoio capelluto che i capelli, che dovrebbero allertarci sul fatto che qualcosa non stia andando per il verso giusto:
- arrossamento del cuoio capelluto,
- prurito continuo e fastidioso,
- presenza di forfora, grassa o secca,
- desquamazione del cuoio capelluto o presenza di ferite,
- eccessiva secrezione di sebo,
- dolore al cuoio capelluto,
- presenza di cattivi odori dal cuoio capelluto,
- eccessiva secchezza,
- caduta accentuata.
In presenza di questi segnali, soprattutto se improvvisi o persistenti, è assolutamente necessario consultare il medico curante, che valuterà l’opportunità di effettuare una visita specialistica per scongiurare patologie importanti, quali dermatite seborroica od alopecia. E’ bene osservare che il dolore al cuoio capelluto potrebbe anche nascondere problematiche di tipo odontoiatrico (la serratura ed il digrignamento dei denti di notte ad esempio), ricordatevi di riferire al medico di famiglia il vostro stato generale di salute per aiutarlo a capire da quale specialista indirizzarvi.
Qualunque dovesse essere la causa del prurito avvertito, al di là di consultare il medico in primis, ricordatevi anche di non grattarvi la testa per scongiurare abrasioni ed infiammazioni al cuoio capelluto.
Ma veniamo a qualche facile consiglio a seconda delle stagioni.
I capelli in Estate
In Estate è assolutamente indispensabile ricordarsi di proteggere sempre i capelli in caso di esposizione solare (vale anche per la montagna ovviamente) o di bagni in mare o piscina: le radiazioni solari, unite agli effetti aggressivi dell’acqua salmastra (od addizionata di cloro), infatti, rovinano la fibra dei capelli, così come il calore ed il sole causano il sollevamento delle cellule della cuticola, rendendo i capelli opachi e secchi.
A tal proposito, vale la pena osservare che i capelli, ovviamente, non si scottano, ma il cuoio capelluto sì, soprattutto in chi ha i capelli chiari o problemi di diradamento (ed anche qualora abbiate fatto le famose treccine africane), senza comunque considerare che il surriscaldamento del cuoio capelluto non è mai una buona cosa, sia per scongiurare colpi di calore, sia per non danneggiare il microcircolo ed in buona sostanza la crescita capillare.
È, quindi, importante proteggere i capelli dal sole con l’uso di un cappello (o bandana o foulard se preferite), da scegliere in materiali naturali tipo paglia o cotone o seta, evitando comunque esposizione diretta nelle ore più calde, da abbinare sempre all’uso di prodotti contenenti filtri solari, avendo cura di sceglierli eco-bio e privi di derivati petroliferi.
Ricordarsi, sempre, di sciacquare con acqua dolce i capelli, dopo ogni bagno in mare od in piscina; in caso di assenza di acqua potabile il consiglio è di utilizzare acqua minerale in bottiglia od in caso di estrema impossibilità di evitare, per quanto possibile, di bagnare i capelli durante il bagno.
Logicamente il consiglio di proteggere sempre i capelli con sostanze adeguate, è validissimo anche nel caso di pratica sportiva eseguita in piscina tutto l’anno.
Per quanto riguarda la protezione dei capelli al sole e dall’acqua salata o cloro, al di là dei prodotti specifici in commercio (che sono moltissimi anche nel mondo della cosmesi eco-bio), è possibile utilizzare una soluzione in parte acquosa (esempio tipico il gel aloe) ed in parte oleosa (olio vegetale dotato di fattore di protezione, esempio tipico il cocco) preparata al momento per evitare problemi di conservazione, personalmente trovo che una buona soluzione a basso prezzo sia quella di applicare sui capelli umidi prima il gel aloe e successivamente l’olio di cocco. Ovviamente, qualora desideraste utilizzare prodotti a base oleosa, vale il consiglio generale di inumidire, con acqua potabile, prima i capelli per scongiurare l’effetto secchezza dato dall’applicazione di oli vegetali su capelli asciutti.
Tornando al discorso mare e/o piscina in estate, si consiglia di evitare di improvvisare, soprattutto sotto i raggi del sole, ricette fai da te schiarenti, in rete se ne leggono tante a base di birra, camomilla, limone, ect … sottrarre melanina al capello seppur con ingredienti giudicati naturali li espone ad estrema secchezza ed in buona sostanza li rende stopposi, costringendo a drastici tagli post mare. Lo stesso effetto schiarente lo ha l’acqua salata ed ovviamente li stessi effetti disastrosi, quindi evitateli.
Una valida alternativa, ma solo per le bionde ovviamente, è data dal burro di karite e dall’olio di germe di grano che hanno blandi effetti schiarenti.
I capelli in Autunno
Come abbiamo visto nell’articolo sul ciclo di crescita del capello, l’Autunno segna la caduta dei gustosi frutti ma anche dei nostri capelli … per scongiurare od almeno tamponare la classica caduta stagionale, vi consiglio di leggere l’articolo dedicato al periodo delle castagne.
I capelli in Inverno
La stagione invernale non è particolarmente facile per la cura di cute e capelli, complici le basse temperature e l’evidente sbalzo termico tra ambienti esterni ed interni, spesso sovra riscaldati: ecco perché in Inverno i capelli necessitano di maggiore attenzione.
Partendo dal presupposto di base che utilizzare acqua bollente non è mai un bene per cute e capelli, come sopra specificato, sarebbe da evitare in assoluto l’usanza di fare una bella doccia bollente per rimuovere la sensazione di freddo accumulata dopo ore di esposizione alle basse temperature: è buona norma aver cura di regolare con moderazione la temperatura della doccia, acqua calda, sì, ma non bollente!
Ricordarsi di tamponare bene i capelli con un panno in microfibra, di asciugarli assolutamente con il phon (possibilmente a ioni), a temperatura media, per scongiurare cervicale e malanni stagionali ed utilizzare un leave in quotidiano, molto indicato potrebbe essere il burro di karite (se non vi appesantisce i capelli) oppure il gel aloe puro o le tante lozioni anticrespo esistenti sul mercato (controllare sempre INCI mi raccomando).
Buona norma sarebbe anche quella di proteggere sempre i capelli dagli agenti atmosferici con un semplice cappello in materiale naturale (lana ad esempio) e quindi traspirante, i capelli e la cervicale ringrazieranno.
I capelli in Primavera
La Primavera segna il passaggio dalla fase invernale a quella di maggior esposizione solare, un passaggio che comporta forti cambiamenti: il mondo vegetale sostituisce le foglie, nel mondo animale invece cambia il pelo, per la necessità di adattamento al cambiamento climatico.
Il nostro corpo non fa eccezione e lo spiegano bene la tipica stanchezza e svogliatezza primaverile, spesso associata a sonnolenza ed insonnia, ed ovviamente la perdita stagionale, di cui abbiamo parlato nell’articolo sul ciclo vitale del capello che vi invito a leggere.
In particolare, i mesi primaverili sono quelli in cui l’Organismo si deve liberare di tutti gli accumuli invernali ed ovviamente gli organi più impegnati in questa disintossicazione sono intestino e fegato, gli stessi organi che governano pelle e capelli: se appaiono sovraccarichi, sia la pelle che i capelli mostreranno i segni di questa sofferenza.
L’alimentazione, gioca quindi un ruolo fondamentale per prevenire la caduta e per tutelare la capigliatura: spazio alla cara dieta mediterranea: tanta frutta e verdura fresche e di stagione, olio extra vergine d’oliva, possibilmente a crudo, cereali integrali e legumi, latticini, pesce e poca carne.
Ovviamente, qualora nonostante una dieta adeguata i capelli dovessero cadere eccessivamente, è necessario rivolgersi a uno specialista o che, in seguito a una visita ed a esami specifici, potrà accertare l’eventuale presenza di un disturbo e stabilire il trattamento adeguato, prescrivendo i rimedi più opportuni.
Per trattamenti mirati alla cura dei capelli è possibile massaggiare il cuoio capelluto con qualche goccia di olio essenziale (rosmarino, lavanda, cedro dell’Atlante), assieme ad un olio vettore (ad esempio cocco, argan, amla), utilizzare come risciacquo acido un decotto di rosmarino od ortica (un cucchiaio di polvere o qualche rametto da lasciare in infusione in acqua calda per 20 minuti, una volta raffreddato si filtra e si utilizza come ultimo risciacquo dopo aver lavato i capelli).
Altro rimedio naturale molto interessante è la lozione di bardana (reperibile in erboristeria in forma di corteccia): è sufficiente preparare un decotto da utilizzare per tamponare il cuoio capelluto, volendo anche ogni giorno.
Molto utili anche gli impacchi sui capelli che rinforzano la fibra capillare, aiutando a contrastare direttamente od indirettamente la caduta: in primis l’hennè o cassia o sidr se non si desidera tingere, methi, maka e alma, ma anche il tuorlo d’uovo, l’avocado, l’olio di cocco, di borragine, l’oleolito di amla, ect ect.
Molto importante anche il lievito di birra, utilissimo sia per rinforzare le unghie che i capelli, ad esempio è possibile preparare una maschera rinforzante a base di lievito di birra, mescolando 3 cucchiai di lievito in polvere con 5 cucchiai di miele fino a formare un impasto omogeneo. Applicate la maschera su tutta la lunghezza dei capelli e sul cuoio capelluto, lasciate agire per 15-20 minuti e poi risciacquate i capelli con acqua tiepida. In alternativa al miele si può usare un olio vegetale, in tal caso si consiglia di effettuare l’impacco pre shampoo.
Da non dimenticare, infine, che la microcircolazione è molto importante perchè porta il nutrimento al capello, dunque occorre massaggiare spesso il cuoio capelluto e durante il risciacquo alternare acqua tiepida ed acqua fredda.
Da non trascurare gli effetti del sole primaverile, sebbene non ancora inteso, in caso di esposizione prolungata è bene proteggere i capelli con un cappello od una bandana.
Alcuni miti da sfatare sui capelli:
Lavare i capelli non li danneggia, purchè si utilizzino prodotti delicati, al contrario previene malattie del cuoio capelluto come la dermatite seborroica, che possono provocare un’aumentata caduta dei capelli.
Ovviamente, ciò non vuol dire che i capelli debbano/possano essere lavati tutti i giorni, soprattutto nel caso di capelli grassi, perché in tal modo si verrebbe ad asportare eccessivamente il sebo normalmente presente sul cuoio capelluto, sgrassando eccessivamente i capelli. Con il rischio di andare a seccare i capelli già secchi di natura o di produrre il cosiddetto effetto rebound nel caso di capelli grassi, che peggioreranno visibilmente. E come detto, in caso di lavaggi frequenti (ad esempio d’estate o per chi fa regolarmente attività sportiva), si consiglia di alternare all’uso dello shampoo i lavaggi alternativi, come il famoso co-wash.
Lo shampoo in se non indebolisce i capelli e non ne causa la caduta, purchè ovviamente non si tratti di prodotto contenente derivati petroliferi ed agenti aggressivi.
La scelta dello shampoo dovrebbe basarsi unicamente sulla propria tipologia di capelli (secchi, grassi o normali) ed ovviamente sulla lettura dell’INCI, ma non su altre valutazioni, che rappresentano delle evidenti trovate commerciali: parlare di shampoo (o balsamo) “per ricci” o “per lisci” lascia decisamente il tempo che trova, la differenza di trattamento tra lisci e ricci è piuttosto nel leave in e nella scelta degli ingredienti dominanti.
Ovviamente, lo shampoo non ha altra funzione se non quella lavante e per definizione non è possibile attribuire ad uno shampoo la capacità di stimolare la crescita nei pochi minuti di utilizzo sul cuoio capelluto, siamo ancora nell’ordine delle famose leggende metropolitane che il solito Zago spiega perfettamente nel suo precedente forum.
Altra leggenda metropolitana sempre smentita da Zago è quella che riguarderebbe il fatto che il capello sia in grado di abituarsi allo shampoo e che pertanto dopo tot tempo sia necessario cambiare per ottenere gli stessi risultati: non è assolutamente vero, cito testualmente: “La storia che i capelli si abituano è veramente comica. Quando leggo queste cose mi dico che vorrei sapere da quali studi prende piede una sciocchezza di questo tipo.Ti inviterei a porre la domanda a chi ha sostenuto la tesi“. Ciò ovviamente non vuol dire che non si debba ascoltare le esigenze dei propri capelli, anzi, si deve assolutamente farlo, ma che la scelta del prodotto da utilizzare per detergere deve essere affidata ad altre variabili, quali lo stato dei propri capelli, la stagione, il trattamento effettuato. Tanto per citare un esempio banale nel caso i capelli fossero più secchi del solito è bene privilegiare un prodotto molto delicato, magari ricco di sostanze idratanti o ristrutturanti, nel caso si fosse effettuato un impacco a base oleosa è bene non utilizzare un prodotto per capelli secchi perché difficilmente l’olio verrebbe perfettamente deterso e così a seguire. In poche parole bisogna imparare a conoscere alla lettera i propri capelli.
Tagliare i capelli non li rende più forti ne è di alcuna utilità in caso di caduta o di diradamento, tuttavia tagliare è indispensabile per rimuovere la parte più rovinata ed assottigliata.
La rasatura non rende i capelli più folti o grossi, in realtà i capelli appaiono più grossi solo perché asportiamo l’estremità, che è naturalmente più sottile. In realtà, la rasatura non modifica lo spessore o la densità dei capelli.
Il casco per i motoveicoli ed i cappelli non sono causa di caduta, anzi, permettono di proteggere il cuoio capelluto dal sole.
Trattamenti chimici che sarebbe opportuno evitare
Come abbiamo accennato più sopra e visto a proposito di fisiologia del capello , qualsiasi trattamento chimico in grado di alternarne la struttura, dovrebbe essere “se possibile” evitato, in particolare:
Decolorazione (totale o parziale)
Stiamo parlando di trattamenti professionale o homemade, utilizzati per rendere i capelli di una o più tonalità più chiare, alterando chimicamente la melanina naturalmente presente, attraverso l’impiego di agenti ossidanti in soluzione alcalina od acqua ossigenata (si tratta di sostanze necessarie per indurre l’apertura delle cuticole in modo da far sì che la decolorazione si leghi alla melanina del capello), anche in abbinamento ad un agente colorante a seconda del colore finale che si vuole ottenere (ovviamente ad un maggior impiego di acqua ossigenata corrisponde una maggiore decolorazione).
Con la decolorazione, la eumelanina viene ossidata più facilmente (ragione per cui se il trattamento non è effettuato bene i capelli decolorati assumono un colorito rossastro), mentre ripetendo più volte la decolorazione, si rimuove completamente anche la feomelanina e i capelli diventano di un giallo-rossastro simile al colore della nicotina (che è il colore della cheratina).
La decolorazione distrugge circa il 50% dei ponti di cistina che collegano gli aminoacidi e quindi la resistenza del capello si riduce di circa la metà. Logicamente, ripetere il trattamento produce un danno permanente alla cuticola, le cui squame rimangono permanentemente sollevate: quanto sopra determina l’aumento della porosità del capello esponendo il capello, in caso di ulteriori decolorazioni, al rischio di assumere tonalità irregolari, ed inevitabilmente rendendolo inesorabilmente debole, fragile, opaco e soggetto alle rotture. Un capello da tagliare, in buona sostanza (info tecniche dal sito del Gruppo Italiano di Tricologia).
Da notare che anche le ricette spacciate in rete per naturali che simulano l’effetto della decolorazione, seppur in misura più blanda e che quindi si consiglia di ripetere con maggior frequenza (aiuto), che prevedono vuoi la cosiddetta schiaritura inglese vuoi l’uso della vitamina C, alterano la struttura del capello, rovinandolo, senza se e senza ma, come abbiamo visto nell’articolo dedicato a come accentuare i riflessi chiari naturali senza danneggiare i capelli.
Ovviamente, queste considerazioni valgono anche per i trattamenti di decolorazione parziale dei capelli, quali meches o shatushe.
Permanente
Si tratta di un trattamento professionale che necessita dell’utilizzo di sostanze alcaline utilizzate per poter aprire le squame della cuticola e determinare il riarrangiamento dei ponti di zolfo presenti tra le molecole di cheratina, andando di conseguenza a modificare la forma del capello, da liscio/mosso a riccio. La rottura di tali ponti di solfuro incide pesantemente sulla struttura del capello, che risulta indebolito, estremamente secco e tendente alla caduta. Tale considerazione vale anche per il cosiddetto sostegno.
Stiratura alla cheratina
Si tratta di un trattamento lisciante, noto anche come stiratura Brasiliana, eseguito nei saloni professionali (e purtroppo anche a domicilio, senza alcuna possibilità di controllare l’INCI dei prodotti), proposto sia per stirare i capelli ricci/afro, sia per combattere l’effetto crespo dei capelli mossi o lisci, che si basa sull’utilizzo di formaldeide (o cessori di formaldeide), sotto forma di formalina (soluzione acquosa), applicata sui capelli e fissata a caldo.
La formaldeide (contenuta nel prodotto o che si può sviluppare grazie alla presenza dei relativi cessori) è infatti in grado di rompere i legami di solfuro (i cosiddetti ponti di zolfo, la cui posizione determina la forma del capello) tra le proteine dei capelli, da qui l’effetto lisciante che perdura per circa due/tre mesi.
Tali trattamenti prevedono due step di intervento: il primo dal parrucchiere (lavaggio con shampoo alcalino e breve asciugatura, applicazione del prodotto lisciante ciocca per ciocca, con posa di circa 30 minuti, breve asciugatura e piastra ciocca per ciocca), il secondo a domicilio (divieto assoluto di lavare od esporre ad umidità i capelli per almeno 3/4 giorni, divieto di effettuare acconciature, di usare fermacapelli ed elastici, utilizzo di prodotti professionali specifici per il lavaggio nei giorni successivi).
Oltre ai rischi per la salute, che si possono approfondire nell’articolo dedicato agli ingredienti da evitare nell’INCI, si registrano inevitabili danni ai capelli, dovuto alla rottura dei ponti chimici che legano le proteine dei capelli e che a lungo termine ne determinano estrema secchezza, fragilità, rottura, costringendo al taglio.
Tinta chimica
Si tratta di un trattamento eseguito in salone o homemade, utilizzato per modificare la colorazione naturale e/o coprire i bianchi, la tinta chimica va ad intaccare la struttura del capello, depigmentandolo per poi modificarne il colore con pigmenti di sintesi, in modo aggressivo per quanto possa essere proposta sul mercato come delicata, con estratti vegetali o senza ammoniaca.
Tecnicamente è possibile distinguere tra due diverse tipologie di tinte chimiche:
- le colorazioni tono su tono o semipermanenti, che garantiscono una colorazione temporanea e che non consentono di cambiare il colore in maniera radicale ne possono essere usate come schiarenti. Si tratta delle tinte meno aggressive disponibile sul mercato, ma danneggiano comunque il capello e soprattutto possono comunque contenere ingredienti tossici;
- le tinture permanenti ad ossidazione, che si rivelano in grado di penetrare nella struttura del capello, avendo un pH fortemente alcalino per la presenza di ammoniaca e di un ossidante (acqua ossigenata). Quest’ultima tipologia, circa l’80% delle tinte presenti sul mercato, GdO compresa, si rivela veramente molto aggressiva perché strutturate per assicurare una tenuta prolungata del colore.
Nel caso delle tinte chimiche si pone anche il problema connesso alla presenza di PPD, come abbiamo visto nell’articolo dedicato.
Diverso il discorso per quanto riguarda i balsami colorati a base di pigmenti, che si depositano sulla cuticola senza penetrarla ed assicurano una colorazione non permanente, destinata a durare qualche shampoo, sono le uniche che non danneggiano il capello, ma ovviamente offrono per contro limitate possibilità di colorazione.
Nel caso decidiate di utilizzarle, assicuratevi però che si tratta di colorazioni che non contengano sostanze pericolose per la salute e l’ambiente, e ovviamente non effettuate una decolorazione per poter esaltare la colorazione. Ovviamente non si tratta di prodotti Eco-bio, ma alcuni hanno indubbiamente INCI migliore, quali le famose Crazy Color.
3 Replies to “Alcuni consigli per mantenere i capelli in salute”