Tempo di sole ed ovviamente di solari, da scegliere rigorosamente eco-bio, ossia in grado di rispettare sia la nostra pelle che l’ambiente che ci circonda.
Perché usare la protezione solare e quale scegliere
Partiamo con il dire che l’esposizione solare, opportunamente controllata, è veramente utile all’organismo: il sole ci porta luce, calore, influisce sul nostro umore e ci serve per produrre vitamina D, necessaria al nostro scheletro. Insomma ci fa bene, privarsene sarebbe quindi un peccato.
Ma cerchiamo di farlo in modo ragionevole: non esponiamoci nelle ore più calde; utilizziamo occhiali da sole, cappelli o bandane; manteniamoci idratati bevendo molto e privilegiando frutta e verdura a piatti elaborati; scegliamo protezioni solari ad hoc per le nostre esigenze; ricordiamoci di riapplicare il prodotto più volte durante la giornata (e sempre dopo il bagno o la doccia), utilizziamo prodotti idratanti ricchi di antiossidanti come dopo sole. Insomma tuteliamoci.
Ergo, la protezione solare serve SEMPRE e comunque (ci si abbronza ugualmente, tranquille), questo perché le radiazioni solari possono creare gravi danni alla nostra pelle.
Come noto, esistono due tipologie di raggi nocivi: gli UVA e gli UVB.
Gli UVB sono quelli che innescano una risposta immediatamente visibile: l’arrossamento, gli eritemi o la scottatura ed hanno in sostanza una funzione eritematogena, che serve come campanello d’allarme per indurci ad interrompere l’esposizione.
Gli UVA che non innescano nessuna reazione visibile, ma sono capaci di raggiungere lo strato più profondo del derma, contribuendo all’invecchiamento della pelle e nei casi più gravi alla creazione di danni cellulari che predispongono a tumori cutanei.
Per questa ragione, oggi, i solari devono essere formulati in modo da garantire la protezione sia dagli UVA che dagli UVB: dal 2006 la Commissione UE ha infatti pubblicato un documento che riporta le più rilevanti raccomandazioni sull’efficacia dei prodotti per la protezione solare e sulle relative indicazioni.
Stabilendo tra l’altro, che la protezione dalla radiazione UVA debba essere almeno di 1/3 rispetto alla protezione UVB, per cui se un prodotto solare possiede un SPF (Sun Protection Factor) pari a 30, la protezione UVA dovrebbe essere pari a 10.
Nel documento citato viene inoltre posta la questione della maggiore comprensione da parte dei consumatori di tutti questi concetti. È stata pertanto suggerita una più facile classificazione dei livelli di protezione secondo il valore di SPF: da 6 a 14,9=bassa; da 15 a 29,9=media; da 30 a 59,9=alta; da 50 ed oltre=molto alta, in tal modo è possibile per il consumatore valutare la protezione complessiva fornita dal solare. A questo proposito, vale la pena osservare che NON esiste una protezione che possa definirsi totale, ossia pari al 100% dalla radiazioni solari, diffidate quindi da simili diciture perché non conformi alla legge.
La scelta del grado di protezione dipende ovviamente dal proprio fototipo di pelle: soggetti con fototipo più chiaro (I-II e III) si scottano più facilmente e di conseguenza devono orientarsi, oltre che ad una foto-esposizione controllata, su prodotti con un indice di protezione elevato, mentre i soggetti con carnagione più scura e quindi con un fototipo più alto (IV-V) possono optare per protezioni meno elevate. Ma ovviamente il SPF da privilegiare dipende anche dal tempo e dalla modalità/luogo di esposizione (montagna, città e mare sono luoghi con esposizione solare diversissima tra loro e se ne deve tener conto nella scelta del solare).
Ad esempio, per persone con un fototipo medio, che si abbronzano quindi abbastanza facilmente, ma che sono comunque soggetti ad eritemi, il consiglio è di iniziare con la 50+ anche sotto l’ombrellone (i raggi solari penetrano ugualmente) per poi passare alla 30 nella settimana successiva (in questo modo è possibile abbronzarsi senza andar incontro ad alcuna fastidiosa irritazione).
E a tal proposito sfatiamo il mito secondo il quale utilizzare una protezione alta NON permetta di abbronzarsi: erroneamente si pensa che l’abbronzatura sia raggiungibile solo attraverso una “scottatura”, ovvero che più ci si arrossa, più ci si abbronza. E’ vero il contrario perché quando la pelle viene danneggiata da un’incontrollata esposizione solare ci si abbronza male, in modo non uniforme.
Non solo, ma i prodotti di protezione solare ad alta protezione non impediscono alla pelle di abbronzarsi, poiché il processo di melanogenesi si attiva comunque già dalla prima esposizione solare. I prodotti solari fanno in modo che la pigmentazione cutanea avvenga gradualmente, in modo sano e duraturo, impedendo la comparsa di eritemi e scottature. La vera abbronzatura non è il rossore che si ottiene alle prime esposizioni solari, ma quella che si verifica nel corso di ripetute e soprattutto “controllate” esposizioni al sole.
Ciò premesso, vale la pena di osservare come i solari possano essere formulati con due diverse tipologie di filtri: chimici o fisici, vediamo un po’ la differenza.
Filtri chimici: sono molecole che “catturano” la radiazione impedendole di raggiungere la nostra pelle, trasformandola in calore o fluorescenza. Sono tuttora oggetto di studio per quanto riguarda i rischi per la salute e per l’ambiente, di fatto surriscaldano la pelle (cosa sicuramente non benefica), sono potenzialmente allergizzanti, possono superare la barriera cutanea e non sono assolutamente ecocompatibili poiché provocano notevoli danni ambientali a carico dell’ecosistema marino. In definitiva, non sono la scelta migliore se abbiamo a cuore il benessere della nostra pelle e dell’ambiente nel quale viviamo. Hanno peraltro un indubbio vantaggio: anche quando presenti in quantità da altissima protezione, non rendono il prodotto pastoso e possono essere quindi utilizzati in formulazioni spray, gel o stick.
Va da se ovviamente che per essere per lo meno efficaci si deve trattare di filtri fotostabili, ossia di filtri che con il tempo non perdano la loro efficacia facendo passare i raggi dannosi.
Filtri fisici: funzionano proprio come se fossero uno specchio, semplicemente, riflettono i raggi solari e proteggono la pelle in maniera meccanica, si tratta infatti di particelle di polveri minerali, di solito ossido di zinco e biossido di titanio (nell’INCI si trovano come zinc oxide o titanium dioxide) che riflettono la luce. Sono ben tollerati anche dai soggetti sensibili (bambini e soggetti potenzialmente allergici) e sono gli unici attualmente ammessi nei disciplinari di cosmesi ecologica. Peraltro, soprattutto se non di buona qualità od ad altissime protezioni, tendono a sbiancare e possono per questo motivo risultare sgraditi ai consumatori.
Da notare che tali sostanze potrebbero essere utilizzate in formula “nano” all’interno dei solari in modo che siano più facilmente spalmabili, ovvero sotto forma di particelle dalle dimensioni così piccole da poter entrare in circolo, nanoparcicelle sulle quali la letteratura scientifica non si è ancora espressa e che sarebbe pertanto opportuno evitare. Secondo alcuni studi questa forma potrebbe rilasciare in parte radicali liberi; per ora rimangono tra le sostanze ammesse, ma non è detto lo siano in futuro. L’impiego di nanoparticelle deve essere comunque sempre dichiarato in etichetta.
Va da se che, per quanto sopra detto, un solare certificato eco-bio NON potrà contenere filtri chimici, anche in una formula che per tutto il resto è da considerarsi ecologica.
Ergo nessun organismo di certificazione eco-biologica darà il benestare ai filtri chimici, proprio perché non sono ecologici.
Attenzione quindi: controllate sempre che ci sia il bollino dell’organismo di certificazione e valutate sempre attentamente la composizione del prodotto: in Italia, le certificazioni più comunemente presenti sui prodotti per l’abbronzatura sono Aiab, Icea, Bdih, Abg e Ecocert. Ma attenzione: esistono solari che contengono soltanto filtri fisici, ma non sono certificati eco-bio (tipo Tea Natura), l’unica è leggere l’INCI.
Quanto al livello di protezione garantita, sfatiamo una volta per tutto il mito secondo il quale i filtri chimici proteggono più di quelli fisici: a far fede è SEMPRE e COMUNQUE la protezione globale del solare, non la tipologia di filtro utilizzata. Anzi, proprio perché dermocompatibili, i filtri fisici proteggono di più di quelli chimici, spesso mal tollerati e causa di eritemi.
Qualunque sia il filtro da voi scelto, ricordate sempre però che i solari non devono mai contenere questi ingredienti, tra i più dannosi.
Butyl Methoxydibenzoylmethane
Ethylhexyl Salycilate
Octyldimethyl-PABA (OD-PABA)
Ethylhexyl Methoxycinnamate o Octyl-Methoxycinnamate (OMC)
Oxybenzone o Benzophenone-3 (Bp-3)
4-Methylbenzyliden Camphor (4-MBC)
Ethylhexyl triazone
Octocrylene
BHA
e ovviamente i soliti petrolati e siliconi.
Mentre al contrario, è opportuno che i solari contengano antiossidanti (logicamente eco-bio): questo perché esporsi al sole, sottopone la nostra pelle ad un forte stress ossidativo e per proteggerla ulteriormente è buona norma che i solari contengano anche una buona dose di sostanze antiossidanti, che variano dalla vitamina E, al gamma-orizanolo, sino a molecole di ultima generazione.
Non va comunque dimenticato il ruolo importante che gli antiossidanti svolgono se ingeriti: via libera quindi a frutta, verdura, semi oleaginosi.
Per quanto riguarda la scelta del solare e la famosa questione viso / corpo va osservato che, in linea generale, non è necessario diversificare il solare, se non in termini di abitudini del consumatore dettate dalla diversa testure del prodotto (normalmente i prodotti viso sono infatti più leggeri di quelli studiati per il corpo), ma stiamo parlando sostanzialmente di scelte personali, quindi sentitevi liberi di scegliere se diversificare il prodotto od utilizzarne uno per il corpo anche sul viso.
Piuttosto, prestate attenzione al fatto che le aree cutanee sono da proteggere in ragione delle loro caratteristiche di fragilità e debolezza “foto-dipendente”: ad esempio nella posizione eretta le guance, la fronte, il décolleté, il dorso dei piedi sono aree esposte in modo perpendicolare (e quindi incidente) rispetto al sole, l’interno delle braccia è meno esposto alla radiazione solare ma più fragile. Quindi, più che diversificare tra un solare per il viso ed un solare per il corpo, il consiglio è di utilizzare per le aree cutanee più sensibili un prodotto solare a più alto SPF.
Come utilizzare i solari
Prima di utilizzare il solare, controllate sempre la scadenza dei vostri prodotti ed il PAO (ossia la durata indicativa del prodotto dopo la sua apertura) e NON usate mai solari avanzati dalla scorsa stagione estiva.
Quanto alla conservazione del solare, evitate di tenere il prodotto sotto il sole, in macchina o sulla sabbia: il caldo eccessivo potrebbe alterarne le caratteristiche iniziali, sia dal punto di vista formulativo che di efficacia. E’ quindi necessario mantenerlo all’ombra e nel luogo più fresco possibile ed ovviamente dopo l’utilizzo chiudere sempre bene il contenitore evitando il contatto diretto con la sabbia o con l’acqua.
Prima di partire per una vacanza, per agevolare l’abbronzatura, il consiglio è di fare un scrub corpo e viso, in modo da eliminare le cellule morte e rendere più omogenea l’abbronzatura, possibilmente a base di sale marino, abbinato ad oli o burri per rendere la pelle morbida.
Prima dell’esposizione, inoltre evitate accuratamente di fare la ceretta nei giorni immediatamente precedenti, per evitare arrossamenti nelle zone trattate, nonché nell’immediato di utilizzare profumi sintetici, che possono causare allergia, od oli essenziali (soprattutto di agrumi) che sono fotosensibilizzanti, e direi anche di truccarvi fatte salve esigenze specifiche stabilite dal dermatologo.
Prestare inoltre attenzione particolare in caso di assunzione di farmaci fotosensibilizzanti, che possono causare macchie in seguito all’esposizione solare, ovviamente il consiglio è di chiedere gli opportuni consigli/chiarimenti allo specialista che vi segue e di utilizzare una protezione altissima.
Quanto all’applicazione del solare vera e propria, vale la pena di ricordare che:
- il consiglio che spesso si sente dire di applicare il prodotto almeno mezzora prima di andare in spiaggia, per permettere al prodotto di essere assorbito meglio, è da considerarsi una contraddizione in termini visto che il prodotto di protezione solare deve espletare la sua funzione “sulla” superficie cutanea e non “nella” pelle. Se venisse assorbito infatti non esplicherebbe più la propria funzione di filtrare e/o schermare le radiazioni UVA e UVB. L’applicazione di un solare prima di uscire per andare ad esporsi può solo essere un’abitudine personale. L’importante è ripeterla spesso.
- il consiglio di ripetere l’operazione spesso nel corso dell’esposizione è invece fondamentale. Nello specifico si consiglia di riapplicare il solare almeno ogni due ore, e necessariamente dopo ogni bagno o doccia, da notare che il discorso è valido anche per i cosiddetti solari water proof o water resistant (resistenti all’acqua), che comunque devono essere riapplicati nel corso del tempo, in quanto nonostante la maggiore capacità del prodotto nel rimanere sulla superficie, sudore e sfregamento possono riuscire a rimuoverlo, lasciando così la pelle priva di protezione e quindi a rischio eritema.
Da notare che il prodotto solare va applicato su tutte le superfici cutanee esposte al sole, con particolare attenzione alle aree che in genere si dimenticano (padiglione auricolare, dorso mani e dei piedi), mentre è opportuno evitare l’applicazione nella zona del contorno occhi, da proteggere con occhiali scuri da indossare sempre (anche in acqua).
Per la protezione del cuoio capelluto, soprattutto se esposto (ad esempio in caso di treccine afro o di alopecia) è bene sempre utilizzare un capello od una bandana.
Infine, prestate particolare attenzione in caso di tatuaggi recenti: buona norma vorrebbe che non si esponesse la parte interessata al sole, ma se proprio necessario utilizzate almeno una protezione altissima e ricordatevi di idratare bene l’area dopo l’esposizione.
Resta sempre valido il consiglio di rimuovere, laddove possibile, la salsedine da cute e capelli dopo ogni bagno in mare o piscina ( e di riapplicare il solare una volta asciutti).
Dopo l’esposizione al sole, ricordatevi di rimuovere accuratamente il solare dalla pelle con detergenti bio, possibilmente extra delicati, e di applicare una buona dose di crema idratante, oppure su pelle umida un olio vegetale puro (ottimo il cocco o monoi bio) o burro (karite).
Per quanto riguarda invece la protezione dei capelli al sole, altrettanto importante si rinvia all’articolo sui consigli per mantenere i capelli in salute, paragrafo I capelli in Estate.
Consigli utili
Tutto ciò premesso, ecco alcuni consigli di buon senso, che sarebbe bene rispettare sempre, con particolare attenzione per bambini ed anziani, per difendersi dal sole e limitare i danni alla pelle derivanti da un’eccessiva esposizione.
Ore più calde: evitate di esporvi al sole durante le ore centrali e più calde della giornata (dalle 12 alle 16).
Graduale esposizione: iniziate ad esporvi gradualmente al sole, prima un’ora, nei giorni successivi aumentate a due e dopo alcuni giorni a tre, per poi arrivare a 4 ore che dovrebbero essere il massimo della durata per l’esposizione solare anche di chi è abbronzato.
Vestiti: adottate un abbigliamento adeguato (con tessuti in fibre naturali, freschi e traspiranti, dai colori chiari), considerate che fungono da schermo per i raggi solari, quindi non scopritevi del tutto, se non in spiaggia,
Ombra: ricordatevi di stare anche all’ombra, soprattutto per mangiare od appisolarsi, ciò permette di ridurre il rischio di scottature del 30%.
Occhiali da sole: utilizzate sempre una protezione agli occhi, possibilmente certificata dall’ottico di fiducia.
No alle scottature: non arrivate mai allo stadio ‘rossi come gamberi’, la scottatura è dietro l’angolo; vuol dire che avrete preso troppo sole senza protezione e la vostra pelle si ribella.
Infine, nella malaugurata ipotesi di essere incappati in una bella scottatura solare (in caso di ustione vale il consiglio di interpellare il medico sempre e comunque), la soluzione migliore sarebbe quella, ovviamente di non esporvi più al sole, e di utilizzare prodotti naturali, molto buono è l’unguento di iperico (di Tea natura ad esempio) od il gel aloe (che però potrebbe essere mal tollerato da alcune pelli, esperienza personale), magari conservato in frigor per dare sollievo.
Info prevalentemente da Sole sicuro. it
3 Replies to “Sole nel rispetto del Pianeta (e della pelle)”