L’Altea è una delle mie erbe preferite in assoluto ed ormai mi sono abituata a chiamarla con la splendida traduzione automatica di Chrome del sito Aromazone: “Marshmallow“, traduzione che deriverebbe dal fatto che, proprio il succo di tale pianta, era utilizzato in passato per realizzare i famosi dolcetti tipici della tradizione anglosassone.
Molto conosciuta in Francia, dove viene chiamata Guimauve (è questo il nome da utilizzare per cercarla su AZ e su gli altri siti francesi), da poco è stata lanciata anche in Italia da Phitofilos nella linea I semplici con il nome di Altea.
Il nome botanico è Althaea officinalis, comunemente conosciuta come Malvone, una pianta perenne della famiglia delle Malvaceae molto comune in Europa, dove cresce nelle zone umide e temperate, ben nota come impianto di addolcimento perché ricca di mucillagini.

Il nome botanico dell’Altea, deriva direttamente dal greco Althain, che significa “curare”, in quanto le sue proprietà curative erano già note nella medicina umorale di Ippocrate.

Conosciuta anche come Bismalva, Malvavischio e Malvaccione, nell’antichità le sue foglie erano considerate un cibo prelibato presso i Romani,  è stata ampiamente coltivata per tutto il Medio Evo ,nei giardini dei monasteri, per sfruttarne le qualità lenitive ed emollienti, utili nella cura di piaghe tumefatte ed infette.

 

Spesso l’Altea viene confusa con la Malva (Malva sylvestris), ma mentre della Malva si utilizzano per lo più i fiori, dell’Altea si raccolgono le foglie e le radici. Ha proprietà curative simili a quelle della Malva, ma più accentuate.
Da notare che tutte le parti della pianta sono commestibili e possono essere utilizzate in erboristeria, in particolare le radici sono utilizzate per alleviare il dolore della dentizione nei bambini e per i loro effetti emollienti ed anti-infiammatori, per lenire le infiammazioni della gola, della pelle e della mucosa orale nonché per curare problemi digestivi ed intestinali e per agevolare la peristalsi, grazie al fatto che formano un gel colloidale in acqua.
Gli estratti della radice di Altea contengono infatti amido, pectine, mucillagine, zuccheri, grassi e tannini. In particolare le mucillagini conferiscono alla pianta proprietà emollienti, lenitive e protettive delle membrane della mucosa. Per questa ragione è indicata nel trattamento di tutte le forme di infiammazione.
In cosmesi, la radice di Altea polverizzata è utilizzata come potente lenitivo sulla pelle sensibile od irritata nonché per idratare, ammorbidire e proteggere pelle e capelli, e per promuovere la guarigione cutanea, stimolando la rigenerazione cellulare.
Su viso e corpo può essere utilizzata, anche in abbinamento ad idrolati, per la cura della pelle secca e disidratata nonché per il trattamento di ustioni superficiali e scottature, di psoriasi, prurito, punture di insetti oppure post ceretta. Od ancora per la creazione homemade di creme e dopo sole.
Nella cura dei capelli, la radice di Altea è particolarmente apprezzata per i suoi effetti districanti ed emollienti, particolarmente indicati per i capelli secchi, e ben si presta alla preparazione di una pasta gelificata utilizzabile da sola od in associazione con polveri ayurvediche per realizzare impacchi idranti. Ideale per la preparazione di hennè e sheradaze, in quanto ne agevola la stesura ed il risciacquo.
Può essere inoltre utilizzata per calmare le irritazioni del cuoio capelluto e per combattere la forfora.
Sul metodo di preparazione vi suggerisco di aggiungere semplicemente acqua calda (od infuso) a filo fino ad ottenere un impasto dalla consistenza delle yogurt e di utilizzarlo come meglio vi aggrada.
Un capitolo a parte merita l’Altea proposta da Phitofilos, sulla cui confezione sono riportate le seguenti modalità di preparazione (simili a quelle del methi):
“Miscelare la quantità necessaria di polvere con acqua calda (per 100 g di polvere sono necessari circa 500 ml), fino ad ottenere una pastella non troppo densa. Lasciar riposare 12/24 ore per una corretta fase di idratazione. Applicare sui capelli leggermente detersi ed appena umidi. Fasciare con pellicola per alimenti o carta stagnola e lasciare in posa tra i 20 ed i 45 minuti. Dopo il tempo previsto, risciacquare e procedere con la normale asciugatura.
*La quantità di acqua va sempre valutata di volta in volta e cambia in base alla temperatura esterna, al lotto del prodotto, al tempo che intercorre tra preparazione e applicazione e ad eventuali aggiunte in pastella (es. yogurt, gel, limone, aceto, etc.).
**È consigliabile lasciar riposare la pastella a temperatura ambiente il tempo necessario prima dell’applicazione, in modo che assorba tutta l’acqua necessaria da restituire al capello con i suoi attivi benefici”.
Effettivamente, a seguire le indicazioni, si ottiene un impasto ricco di mucillagini, del tutto simile al methi, ma senza la relativa puzza. Facendo un confronto con la malva di altri store, non c’è paragone Phitofilos vince alla stra grande.
Sempre di Phitofilos, l’Altea è contenuta nell’impacco Emolliente ed in quello Rinforzante.

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